Profilo storico del Comitato

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L'atto di nascita di questo Pontificio Comitato di Scienze Storiche si pone al 7 aprile 1954 per esplicita decisione di Pio XII, ma la storia della sua presenza fra gli organismi della Santa Sede ha antecedenti più antichi a questa data.

Sul piano ecclesiale il Comitato ha ereditato una tradizione prestigiosa, rappresentata dalla Commissione Cardinalizia per gli studi storici, voluta, quest'ultima, da Leone XIII (con Lettera Apostolica Saepenumero considerantes del 18 agosto 1883) per imprimere un impulso fattivo – nello spirito cattolico – al rinnovamento della ricerca storica, specialmente dopo l'apertura agli studiosi dell'Archivio SegretoVaticano frail 1879 e il 1880.

Al 1937 risale, invece, la proposta di adesione della Città del Vaticano al Comité International des Sciences Historiques (CISH), formulata dal segretario Michel Lhéritier al card. Eugenio Tisserant, il quale ottenne da Pio XI la rappresentanza della Santa Sede al Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Zurigo (1938) e l'adesione della Città del Vaticano al CISH.

Questi nuovi rapporti, tuttavia, si attenuarono a causa degli eventi bellici che rallentarono non poco le iniziative del CISH, ma non si dissolsero nel nulla, anzi ritornarono ad alimentarsi nel 1948 con la ripresa delle sue attività, fino a raggiungere la vigilia del Congresso Internazionale di Roma nel 1955, quando l'adesione della Santa Sede al CISH fu voluta e formalizzata dal Sommo Pontefice Pio XII con la partecipazione ai lavori del Pontificio Comitato di Scienze Storiche appena costituito. Pio XII aveva affidato a Pio Paschini la presidenza; Michele Maccarrone ne era il Segretario, ed inoltre il Papa aveva nominato suoi membri alcuni docenti delle Università pontificie o direttori di importanti istituzioni culturali: Angelo Mercati, Pietro Salmon, Lucien De Bruyne, Ferdinando Antonelli, Pedro de Leturia, Antonio Casamassa e Thomas Kappeli. Il nascente Comitato si poneva quindi in continuità ideale con le linee ispiratrici che avevano fatto muovere i primi passi della Commissione Cardinalizia, ma si trovava ad operare secondo una prospettiva radicalmente rinnovata dal progresso nel frattempo compiuto dalle scienze storiche, che esigeva un rinnovamento altrettanto radicale nel settore della storia ecclesiastica. Un rinnovamento, peraltro, sancito dallo stesso Pontefice, il quale, con il suo discorso ai partecipanti del Congresso di Roma, il 7 settembre 1955, aveva segnato l'abbandono della polemica e dell'apologetica ottocentesca e l'accettazione senza riserve della critica storica.

Da allora fino ad oggi la collaborazione della Santa Sede all'attività e alle iniziative del CISH non ha conosciuto soluzione di continuità e – per comune riconoscimento – si è sempre rivelata proficua ed efficace per il raggiungimento dei suoi fini istituzionali. Fin dalle origini il Pontificio Comitato di Scienze Storiche assolve anche a tutte le funzioni e al ruolo di Sotto-commissione della Santa Sede nella Commission Internationale d’histoire ecclésiastique comparée (CIHEC).

Nei sessant'anni di vita del Comitato si sono succeduti alla sua presidenza illustri personalità delle scienze storiche ecclesiastiche: Pio Paschini (1954 – 1962), Michele Maccarrone (1963 – 1989), Victor Saxer (1989 – 1998), Walter Brandmüller (1998-2009) e Bernard Ardura (2009). Così pure si sono susseguiti i Segretari: Michele Maccarrone (1954 – 1963), Josè Ruysschaert (1963 – l973, Pietro Amato Frutaz (1973 – 1980), Raffaele Farina (1981 – 1989), Vittorino Grossi (1989 – 2002), Cosimo Semeraro (2002-2013), e Luigi Michele de Palma(2013). Finora si contano circa novanta Membri, prescelti per le loro speciali competenze dalle numerose Università pontificie, ecclesiastiche, cattoliche e civili dei vari continenti (fra questi ricordiamo: Hubert Jedin, Henri-Irenée Marrou, Giulio Battelli, Miguel Batllori, Angelo Mercati, David Knowles, Piero Zerli, Pierre Blet, Giacomo Martina, Vittorio Peri, André Vauchez, Mario Sensi).

L'attività del Comitato è stata molteplice e si è differenziata nel corso dei decenni. Innumerevoli sono le iniziative che hanno segnato mezzo secolo di vita al servizio delle scienze storiche: accanto all'attività di ufficio, fatta di consulenze e di collaborazioni con i vari organismi della Santa Sede, l'opera del Comitato si caratterizza per la costante attenzione riservata al patrimonio archivistico ecclesiastico, e in misura particolarmente rilevante per gli archivi vaticani. Numerosi sono stati gli appelli indirizzati ai Pontefici (Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) allo scopo di consentire una maggiore e migliore consultazione, da parte degli studiosi, dei fondi archivistici facenti capo alla Santa Sede.

Il contributo del Comitato si è esteso, poi, anche alla cooperazione attuata insieme ad altri enti ed istituzioni ecclesiastiche ed extraecclesiali, soprattutto a livello internazionale. Si pensi non soltanto all'organizzazione dei corsi per l'aggiornamento degli insegnanti di storia ecclesiastica nei Seminari italiani, alla revisione dei dati storici dell'Annuario Pontificio (serie dei Sommi Pontefici, sedi episcopali residenziali e titolari), del Martirologio, di vari documenti conciliari e testi del magistero pontificio, bensì anche alla collaborazione prestata per iniziative scientifiche sovranazionali (UNESCO), per l'aggiornamento dei manuali di storia, per il programma e la realizzazione dei vari congressi storici internazionali.

Il Comitato stesso si è fatto promotore di numerosi congressi, convegni, colloqui, simposi e incontri di studio, il cui apporto storiografico è facilmente riconoscibile ed edito nei volumi della collana “Atti e documenti” edita presso la Libreria Editrice Vaticana. 

Se non è difficile intuire quale valenza abbia assunto la presenza del Comitato nella compagine internazionale degli studi storici e quale supporto esso abbia offerto al collegamento e allo scambio di conoscenze e di risorse fra le Accademie, gli Istituti di cultura e i vari centri di studio cattolici (agevolando la conquista di spazi fra la cultura mondiale per gli studi di storia ecclesiastica), è doveroso porre in evidenza l'incentivo da esso fornito al dialogo ecumenico. Spesso le sue iniziative hanno consentito il sereno e rispettoso incontro fra cattolici, ortodossi e protestanti, insieme protesi verso la ricerca della verità storica, nella consapevolezza che questa forma di comunione scientifica avrebbe incoraggiato e contribuito al cammino verso l'unità.

Infine il Comitato sostiene e stimola con svariati mezzi didattici (stage di studio, bandi di concorso) lo sviluppo dello studio delle discipline umanistiche, in particolare delle lingue classiche (latino e greco), in funzione della necessaria applicazione alla ricerca storica; segue con comprensibile dedizione e interesse anche il settore dei manuali di storia.